Home Erasmus Erasmus Day al CPIA2. An irish “green” dream nel Chiantishire

Erasmus Day al CPIA2. An irish “green” dream nel Chiantishire

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Il cielo in una stanza”.

Potremmo riassumere così la serata di ieri al CPIA2 – Centro Istruzione Adulti 2 di Bagno a Ripoli (Firenze) in occasione dei festeggiamenti per l’avvio della prima mobilità di un gruppo di docenti della scuola in Irlanda. Il progetto Erasmus azione KA1, promosso dall’Agenzia INDIRE, prevede l’organizzazione di 24 partenze in 12 mesi destinate a tutto il personale strutturato dell’istituto per seguire corsi di lingua, di metodologia didattica innovativa e lezioni specifiche sulla cultura irlandese.

Una sfida denominata “Chi parte incontra e accoglie due volte”, sintesi dall’acronimo CPIA2, nata dall’esigenza di migliorare la propria professionalità docente ed accrescere la consapevolezza dello staff ad essere cittadini europei, attraverso la mobilità all’estero dei docenti e del personale impegnato nel campo dell’istruzione degli adulti e la conseguente diffusione di buone pratiche tra scuole che non hanno mai avuto esperienze di progetti Erasmus.

Ieri il cielo d’Irlanda l’abbiamo visto proprio bene; sembrava di essere lì, su quei campi, su quei prati immensi e di percepirne tutta l’incredibile atmosfera.
Così ce lo ha fatto vedere e vivere Bridget Ryan, giornalista ed insegnante irlandese, da pochi anni trasferita qui a Firenze dopo ben 18 spesi in Irlanda come docente e direttrice di un’associazione per bambini con bisogni speciali.
Bridget ci ha incantato nel raccontarci tanti aspetti peculiari del territorio e della cultura irlandese: dal cibo, alla lingua, alla storia, alla scuola, alla musica, alla poesia. Siamo stati trasferiti idealmente in quei luoghi e ci è sembrato di sorvolare sulle penisole del sud, dove il vento si insinua tra le scogliere e nei villaggi di pescatori, o di osservare realmente i panorami unici dell’est e ovest che incantano gli occhi dei turisti e di assaporare quei sapori decisi, come il gusto del salmone appena pescato o l’odore intenso della guinness, del whiskey, del tè nero e degli scones che deliziano il palato.
Attraverso una serie di meravigliose fotografie, abbiamo percorso un viaggio negli scorci di Dublino, tra le famose statue della città, come quella di James Joyce e Molly Malone, mentre le note del collega e musicista Pietro Sabatini ci raccontavano la storia della sua triste fine: la febbre si portò via questa giovane pescivendola che portava il carretto e gridava “vongole e cozze vive”, per strade strette e larghe e nessuno fu in grado di salvarla.

Ieri il cielo d’Irlanda l’abbiamo visto proprio bene; sembrava di essere lì, su quei campi, su quei prati immensi e di percepirne tutta l’incredibile atmosfera.
Così ce lo ha fatto vedere e vivere Bridget Ryan, giornalista ed insegnante irlandese, da pochi anni trasferita qui a Firenze dopo ben 18 spesi in Irlanda come docente e direttrice di un’associazione per bambini con bisogni speciali.
Bridget ci ha incantato nel raccontarci tanti aspetti peculiari del territorio e della cultura irlandese: dal cibo, alla lingua, alla storia, alla scuola, alla musica, alla poesia. Siamo stati trasferiti idealmente in quei luoghi e ci è sembrato di sorvolare sulle penisole del sud, dove il vento si insinua tra le scogliere e nei villaggi di pescatori, o di osservare realmente i panorami unici dell’est e ovest che incantano gli occhi dei turisti e di assaporare quei sapori decisi, come il gusto del salmone appena pescato o l’odore intenso della guinness, del whiskey, del tè nero e degli scones che deliziano il palato.
Attraverso una serie di meravigliose fotografie, abbiamo percorso un viaggio negli scorci di Dublino, tra le famose statue della città, come quella di James Joyce e Molly Malone, mentre le note del collega e musicista Pietro Sabatini ci raccontavano la storia della sua triste fine: la febbre si portò via questa giovane pescivendola che portava il carretto e gridava “vongole e cozze vive”, per strade strette e larghe e nessuno fu in grado di salvarla.

Le note di una malinconica melodia trasmettono anche un senso d’inevitabilità e rassegnazione.
La stessa rassegnazione degli irlandesi dopo la carestia che li colpì alla fine dell’ottocento e che li rende così simili a noi italiani, per storie comuni di emigrazione in territori lontani. Ma quando si condivide lo stesso fuoco di passione e orgoglio, la rassegnazione diventa resilienza e nasce un forte spirito di appartenenza. “I’m proud to be Irish!


E così l’Irlanda dal passato old, teatro di antiche memorie e leggende celtiche, ha la speranza di un colore green, perché le tombe, che celano i misteri dei riti funebri degli antenati dell’uomo, sono sormontate da tetti d’erba verdissima. L’erba è un tappeto verde in Irlanda: ovunque 40 sfumature di verde che solo un bambino a scuola – ci dice Bridget – una volta è riuscito a riprodurmi interamente nelle sue varie gradazioni con grande sua soddisfazione.

Un caleidoscopio di fiori sgargianti inoltre si staglia nel grigio della pietra. Dalle ceneri dell’antico si costruiscono città nuove e luminose, dal carattere forte e moderno, piene di un’armonia di stili architettonici diversi. Come Cork, con le sue casette colorate sul fiume Lee, con la torre campanaria che domina la collina, o come Limerick e Kildare, o le città che sorgono lungo le strade costiere delle penisole di Dingle, Kerry e Beara, dove tra le alte scogliere calcaree a picco sul mare e gli uccelli marini, l’oceano atlantico si fonde perfettamente con il cielo all’orizzonte.

Passeggiare sulle mura di una città è solitamente il modo migliore per avere una veduta d’insieme del paesaggio suggestivo che ti circonda; da qui si scorgono i principali musei, le grandi cattedrali gotiche, le rovine di castelli, gli antichi siti monastici, e – poco più in là – i lussureggianti giardini, i tipici cottage dalle porte rosse e azzurre e gli appezzamenti di terra circondati da muretti di pietra delle contee, dove pascolano asini e cavalli curiosi, grandi mucche e pasciute pecore e si raccolgono patate in generosa abbondanza.

Tutto questo è l’Irlanda. Una terra ospitale e meravigliosa, insolita e tenebrosa, gloriosa e poetica. Grazie a chi ce ne ha regalato l’anima, il folclore, la musica, i colori, la storia. 


Cara Irlanda, le nostre morbide e soleggiate colline del Chianti ricoperte da infiniti vigneti hanno un profilo simile al tuo, anche se – rispetto a te – le strade qui prendono dolci curve, e sono puntellate di tanto in tanto da casali all’ombra di fitti cipressi, dove l’aria profuma di olive.
Poca importa che il freddo da te entri nelle pieghe del cappotto gelando i capelli oltre che i pensieri; che tiri vento o che piova sempre sui tuoi campi incontaminati e che non si riescano a scorgere dalle nuvole i folletti dalle pentole d’oro nei tuoi umidi boschi lunari. Quando sarà, ci rifugeremo dentro un pub a scaldarci il cuore, a suon di una ritmata e scoppiettante musica celtica, con spirito di condivisione.
Non vediamo l’ora di arrivare, cara terra nostra: aspettaci!

Troveremo da te un’altra sfumatura di verde per formare una nuova tavolozza di brillanti colori.

Ci attende un altro quadro da colorare, una nuova storia da scrivere e un’altra fantastica esperienza da vivere.

Alive – O!

Valentina Verze

Ambasciatrice EPALE Italia